Chi è Margherita?
Il tutore di resilienza
I tutori di resilienza sono "soffiatori d'anima" (Cyrulnik, 2007) in grado di restituire interamente i bambini e i loro genitori alla "vita", mettendo in atto alcune semplici attenzioni che creano catene di sviluppi positivi nei diversi sistemi ecologici (Parens, 2008).
Il tutore di resilienza:
- accoglie, dedica tempo, riconosce e conosce, chiama l'altro per nome ed è curioso di incontrarlo nelle sue caratteristiche (Musi, 2011);
- offre una presenza stabile e duratura nel tempo, che permette di sviluppare un senso di attaccamento e di appartenenza reciproca in cui ciascuno può contare sull'altro;
- valorizza, stimola le capacità e le curiosità, favorendo il percorso di apprendimento e la scoperta delle proprie passioni e delle proprie risorse;
- permette le domande, le accoglie e le stimola come via per la ricerca di senso;
- ascolta con empatia;
- rende possibile ri-costruire la storia, permettendo alla persona di organizzare il suo "romanzo" all'interno di una storia unitaria (identità narrativa di Ricoeur, 1986-88). Offre un filo rosso che garantisce la continuità nella crescita e consente ai bambini di conoscere e comprendere, nelle modalità adatte a loro, anche i momenti più "oscuri".
- costruisce e propone senso, ossia nuova significazione ai fatti attraverso la parola;
- racconta storie offrendo modelli positivi a partire dalle storie altrui e fornendo in tal modo le "parole" per raccontare la propria storia;
- permette e sostiene il tutoraggio fra bambini;
- trascorre momenti piacevoli con i bambini e con i genitori;
- agisce nei contesti informali e formali;
- affianca e non sostituisce (co-educa);
- non agisce da solo ma coinvolge il più possibile gli altri.
Testo tratto dal quaderno pedagogico "Educazione, pentolini e resilienza. Pensieri e pratiche per co-educare nella prospettiva della resilienza a scuola" a cura di Marco Ius e Paola Milani
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