Alice nel paese delle meraviglie
<<Quando ci si perde credo sia consigliabile restare dove si è, finché qualcuno non venga a cercarci, ma a chi salterà in mente di venirmi a cercare qui>>
Tutti ben conosciamo la storia di "Alice nel paese delle meraviglie" ma, abbiamo mai pensato di guardarla con occhi diversi? Cerchiamo di trarne collegamenti per approfondire il nostro argomento: la resilienza.
Quello di Alice è un percorso di crescita in questo mondo meraviglioso in cui lei sviluppa la sua personalità. La personalità è un insieme di fattori cognitivi, affettivi e comportamentali in relazione tra loro. Lo sviluppo della personalità è un processo psico-sociale, un’interazione tra caratteri innati, stimoli dell’ambiente in cui si vive e temperamento, cioè il comportamento sviluppato durante la maturazione dell’individuo. A modellare la personalità riveste un ruolo importante la famiglia. Analizzando l’intero film si può notare che alla bambina manca questa istituzione importante, in particolare la figura della madre, che fin dalla nascita dovrebbe essere fonte delle prime relazioni finalizzate allo sviluppo della personalità che in Alice, per la mancanza di questa figura, risulta indipendente.
All’inizio del cartone la sorella di Alice
le spiega la Storia, facendole una “lezione frontale”, senza
considerare se la sorella stesse attenta o fosse minimamente
interessata. Come può Alice sviluppare la
sua persona se non c’è una relazione tra le due? Le relazioni
interpersonali sono importanti per lo sviluppo dell’identità, esse
infatti ci mostrano attraverso gli altri l’immagine di noi. Alice
per tutta la durata del suo percorso, in questo mondo fantastico, non
accenna mai alla famiglia, ai suoi amici, alla scuola o a qualsiasi
altro luogo dove i giovani possono socializzare, evidentemente alla
piccola mancano persone con cui confidarsi e sviluppare la propria
identità, e per acquisire comportamenti adeguati alla società. Forse è la voglia di
comunicare della bambina che la fa ritrovare in un mondo pieno di
buffi animali e di cose parlanti che le danno ascolto.
La domanda
quindi risulta spontanea: che ruolo assume la famiglia nella
personalità di Alice? Siamo in presenza di una famiglia assente, una
famiglia convinta che gli unici bisogni dei figli siano quelli
fisiologici, ma in realtà, un ruolo fondamentale per la crescita
dell’individuo, spetta alla comunicazione e all’interazione con
la famiglia e con il gruppo dei pari. Può esserci nella storia di
Alice un richiamo alla gioventù di oggi, che soffre a causa di una
famiglia meno presente, più frettolosa e meno formativa? Secondo lo
psicanalista Erik Erikson, l’età giovanile è caratterizzata da
una difficoltà a riconoscere la propria personalità e a fare scelte
coerenti ed è da ciò che nascono contrasti interiori e con il mondo
esterno. Anche nella personalità di Alice forse sono presenti dei
forti contrasti con il mondo esterno, ed è proprio per questo che
lei immagina un mondo in cui può evadere dalla realtà. La famiglia
può aiutare a superare questi momenti, anche se certe volte i
genitori, distratti dal lavoro o da altre preoccupazioni, non colgono
i messaggi impliciti dei figli, come nel caso di Alice.
Allora il giovane cerca aiuto
nei coetanei, ma non sempre trova chi può capire il suo disagio
interiore. Nel caso di Alice invece, non
c’è questa ricerca della compagnia, infatti lei si isola. Questo
può causare forti depressioni, che nel cartone si possono paragonare
alla caduta psicologica della protagonista in un mondo fantastico, da
cui è difficile uscire senza l’aiuto di qualcun altro.
Alice, fortunatamente, viene
aiutata da vari personaggi, che pur nella loro stranezza la faranno
uscire da quella situazione, facendole capire quanto importante sia
seguire i consigli altrui. Ella in questo modo ha
acquistato maggiore fiducia in se stessa e facendo questo viaggio ha
imboccato la strada per un’effettiva maturità. Nessuno cresce da solo, una
rete sociale è davvero fondamentale per ogni individuo e ancora di
più per un giovane che ha bisogno di continui riferimenti, di
interazioni sicure e costanti che gli consentano di “spiccare il
volo” senza schiantarsi inevitabilmente.
In sintesi quindi possiamo dire che nella ricerca di sé stessa e della sua identità Alice, come molti adolescenti d'oggi si trova in una situazione di smarrimento, il suo viaggio pieno di insidie rappresenta proprio questa difficoltà a superare certi ostacoli che si possono incontrare lungo il cammino della crescita. Come abbiamo già detto nei post precedenti, se si aiuta a sviluppare fin da subito un atteggiamento positivo e volto sempre alla soluzione dei problemi, se si fa sentire il fanciullo inserito in una rete di persone che possono aiutarlo a crescere non si correrà il rischio di rimanere intrigati in questa fitta rete di ostacoli mentali. Alice, così come Simba e come Antonino (vedi post precedenti) è aiutata da diversi tutori di resilienza nel suo cammino.
Fonti bibliografiche:
A.
Bianchi, P. Di Giovanni, Psicologia
Oggi, Torino,
Paravia, 2005;