venerdì 29 maggio 2015

"Cenerentola: rivalità fraterna e resilienza"


Quella di Cenerentola è una storia antichissima, comparve per la prima volta in forma scritta in Cina, durante il nono secolo a. C. L'immagine odierna di questa storia ci rimanda subito all'omonimo film d'animazione Disney.

Partendo dalle considerazioni di Bruno Bettelheim scritte nel libro "Il mondo incantato" ho capito che anche questa storia può essere analizzata con la "lente" del nostro tema: la resilienza.
Bettelheim sostiene che "Cenerentola" viene recepita come una storia delle angosce e speranze che costituiscono l'essenza della rivalità fraterna: una storia che parla di un'eroina che ha la meglio sulle sorellastre da cui ricevette angherie e umiliazioni.
Il bambino angosciato dalla rivalità fraterna quindi si sentirebbe come Cenerentola e quando una storia corrisponde ai sentimenti profondi di un bambino, assume per lui una qualità emotiva che ha il sapore della verità. Gli eventi di Cenerentola gli offrono vivide immagini che danno corpo alle sue emozioni.




Il bambino sa di non essere trattato male come Cenerentola ma, si sente ugualmente maltrattato e giunge poi a credere alla liberazione e alla vittoria finale dell'eroina. Dal suo trionfo trae speranze nel proprio futuro, speranze a lui necessarie per vincere l'estrema angoscia che l'assale quando è travagliato dalla rivalità fraterna.



La rivalità fraterna trae la sua origine dai sentimenti del bambino nei confronti dei genitori.
Il fatto che sia dedicata una speciale attenzione a un altro bambino diventa un'offesa soltanto se un bambino teme, per quanto lo riguarda, di essere tenuto in scarso conto dai genitori, o se si sente respinto da loro (coinvolgimenti edipici). A causa di questa ansia il fratello può diventare per lui una spina nel fianco, il timore di non poter conquistare l'amore e la stima dei suoi genitori in concorrenza coi fratelli è ciò che accende la rivalità. Il bambino non riesce a prefigurarsi da solo un giorno futuro in cui tutto si appianerà, può ottenere sollievo solo mediante fantasie di gloria che egli spera si avverino in seguito a un qualche fortunato evento.

Il bambino attraverso la storia di Cenerentola può capire che alla fine la protagonista delle angherie si rialzerà dalla cenere e riuscirà a splendere. Quindi ci ritroviamo in una "prospettiva di resilienza" perché attraverso questa storia il fanciullo può prefigurarsi un cambiamento in meglio e può capire che la rivalità tra fratelli, che ora lo angoscia domani non lo turberà più.
Se consideriamo la versione Disney di Cenerentola alla fine le sorellastre cattive non saranno allontanate ma diventano buone agli occhi della protagonista, anche questo se vogliamo sta ad indicare che è avvenuto un processo di maturazione che ha portato alla comprensione dell'altro e delle differenze dell'altro. La protagonista finalmente ha conquistato il proprio posto nella società, ha definito la sua identità e non si sente più minacciata dall'altro da sé.
Così avviene anche per il bambino che, definita la sua identità, il suo "ruolo" speciale nella famiglia non si sentirà più sostituito dagli altri fratelli (anche se comunque questa strutturazione dell'identità non è fissa ma in continua evoluzione).
Infine anche in questa storia ritroviamo "il tutore di resilienza", l'aiutante, che è rappresentato dalla fata madrina che amorevolmente conforta, dà fiducia e aiuta Cenerentola nel suo percorso.







Fonte: Bruno Bettelheim, "Il mondo incantato" Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Feltrinelli edizione 2014.


"Sta a noi applicare la fiaba alla nostra vita o godere delle cose fantastiche che ci racconta"

                                                B.Bettelheim